Le abilità sociali sono quelle capacità che mettono alla persona di mettere in atto comportamenti adeguati che gli consentono di entrare in relazione con gli altri, di ‘’stare’’ nel gruppo sociale con facilità, quindi di includersi all’interno del gruppo stesso, di adattarsi all’ambiente e al contesto, di capire e conoscere se stesso, le proprie emozioni e i propri stati emotivi conoscendone causa ed effetto all’interno di una determinata situazione sociale specifica.

Le abilità sociali sono anche legate anche all’autonomia della persona. Esistono training specifici a livello cognitivo con delle strategie di tipo sequenziali che aiutano la persona ad interiorizzare e generalizzare l’apprendimento di terminate regole che lo rendono autonomo nel contesto di quotidianità.

Questo tipo di attività si inserisce in un contesto psicoeducativo di tipo cognitivo-comportamentale.

Attraverso l’apprendimento delle abilità sociali, la persona conosce i propri punti di forza e di debolezza, che spesso genera un contesto di verbalizzazione e di riflessione tra la persona e l’operatore.

Quali sono le ‘’abilità sociali’’?

Queste si suddividono in 4 categorie:

1. abilità che aiutano a stare insieme nel gruppo (es.: parlare sottovoce, essere positivi con gli altri membri, rispettare i turni e gli altri, ringraziare, apprezzare, ecc);

2. abilità che aiutano a lavorare bene insieme per realizzare un compito richiesto (es.: condividere le emozioni, dividersi il lavoro, organizzare e condividere i materiali, ecc);

3. saper comprendere e utilizzare i materiali (es.: pensare a voce alta, aiutare i compagni, riassumere, ecc);

4. saper porre domande, saper esprimere la propria opinione in modo pacato e corretto senza criticare gli altri, piuttosto accogliendo sia loro sia le opinioni.

Gli incontri saranno suddivisi in 4 momenti:

1. Modeling: questo illustrerà, in modo chiaro, sintetico e nella giusta sequenza, quali comportamenti devono essere messi in atto per far sì che si apprenda una data abilità sociale. Avviene attraverso la ‘’messa in scena’’ vera e propria di tali comportamenti da parte dell’operatore e della persona coinvolta;

2. Role playing: questa fase aiuta la persona ad imparare una data abilità e prevede che siano gli stessi bambini attori della scena;

3. Feedback informazionale: questa fase aiuterà la persona a capire se ha eseguito le azioni nel modo corretto, quali paure o difficoltà l’hanno caratterizzata e in che modo l’abilità possa essere applicata nella vita reale;

4. Generalizzazione degli apprendimenti: questa è la fase più importante e delicata di questo percorso. Sarà, infatti, compito dei conduttori facilitare la generalizzazione dei comportamenti assegnando dei piccoli esercizi per casa, rinforzando di volta in volta il comportamento adeguato eseguito. Questi compiti saranno scelti insieme alla persona, mai imposti dagli operatori.

A chi è rivolto?

Il percorso è rivolto a persone con autismo ad alto funzionamento (sindrome di Asperger), ADHD, DOP, sindromi genetiche, ritardo cognitivo lieve .

Come si svolge?

La presa in carico avviene attraverso un primo colloquio conoscitivo gratuito con la persona che prenderà in carico la persona.

Si valuta in quel contesto se si necessita di una valutazione iniziale per osservare se la persona risulta adatta al percorso.

Il percorso si svolge con incontri singoli o di gruppo. Per gli incontri di gruppo viene svolto una volta a settimana, gli incontri singoli vengono svolti in più contesti: casa, scuola e presso il centro a seconda della richiesta della famiglia e del bisogno della persona.

Ogni incontro ha una durata di 1 ora e mezza.

E’ consigliato un percorso di parent training genitoriale per aiutare le famiglie a leggere e comprendere i bisogni dei propri figli e per una migliore gestione in ambito quotidiano e famigliare legata all’ organizzazione e ai comportamenti problema.

Il percorso di parent training si può svolgere in modo individuale o di gruppo. Si consiglia di cominciare il percorso in coppia e poi essere inseriti all’interno del gruppo per meglio conoscere le proprie dinamiche famigliari interne e lavorare sulle problematiche principali riguardanti la relazione con il proprio figlio per poi passare in un contesto di confronto con le altre famiglie.

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