La psicologia ha spesso incontrato, tratto e adottato concetti della filosofia e delle arti orientali; la meditazione, in particolare, rappresenta una delle pratiche principali utilizzata in modo trasversale, impiegata in ambiti differenti e molteplici. La pratica mindfulness favorisce le capacità di osservazione dell’individuo, perché possa vivere “un maggior senso di chiarezza e di padronanza sulla sua vita”, promuovendo l’abilità di prestare attenzione alle sensazioni del proprio corpo, alle emozioni e ai pensieri nel “qui ed ora”, attraverso l’esercizio sistematico dell’auto-osservazione, con una sospensione intenzionale dell’impulso a definire, valutare e giudicare l’esperienza

Tale capacità ridimensiona il naturale “vagabondare della mente” e il rimuginio, attraverso il riorientamento gentile dell’attenzione sull’oggetto di osservazione: il respiro e il proprio corpo. La meditazione sembra agire da fattore protettivo nei confronti di problematiche psicopatologiche, predisponendo la persona ad una maggiore autoregolazione del comportamento, estesa a diversi tipi di trattamenti psicoterapici e negli ultimi anni anche al disturbo da deficit dell’attenzione e dell’iperattività (ADHD).

 La meditazione facilita con questi bambini e adolescenti, la riduzione di comportamenti aggressivi, aumenta le capacità di riconoscimento delle emozioni, favorendo una funzionale attivazione emotiva, al fine di ridurre la vulnerabilità verso sintomi psichiatrici L’impiego di pratiche mindfulness nel lavoro con i bambini di età scolare, inoltre, sembra modificare in modo funzionale i processi di accuratezza ed inibizione della risposta, favorendo lo sviluppo di maggiori competenze di funzioni esecutive

Skip to content