Vengono ormai comunemente chiamati con il termine inglese sibling, i fratelli e le sorelle di persone con disabilità.  Ma chi sono realmente? Cosa provano? Come vivono? Come si relazionano? Cosa pensano? Come si sentono?

Questo percorso nasce dal presupposto che i fratelli condividono gran parte delle loro esistenze e si supportano a vicenda, sono co-protagonisti della vita del fratello disabile e risulta indispensabile che anche loro debbano essere inclusi nel percorso assistenziale e sostenuti nel corso della propria vita.

La disabilità infatti è una condizione che non interessa solo la persona che ne è colpita ma investe tutte le persone che intorno a questa persona vivono. Un elemento al quale spesso non si presta la dovuta attenzione è il ruolo di una figura talvolta in ombra, quella del fratello o sorella della persona disabile. L’impatto sulla crescita del fratello o sorella del bambino disabile non va sottovalutato.

I siblings si trovano spesso in situazioni di grande difficoltà, si sentono soli e poco compresi, non riescono a verbalizzare e a far emergere le loro emozioni, faticano a crearsi una propria identità e a ricoprire un proprio spazio all’interno della famiglia. Si sentono spesso trascurati perché l’attenzione è maggiormente dedicata al fratello disabile. Le relazioni sociali e con i pari sono difficili da sostenere, si sentono anche loro diversi e non compresi da chi vive una situazione di normalità tra fratelli.

Queste situazioni di disagio non vengono spesso riconosciute dagli stessi genitori, presi dalla cura del figlio disabile, non se ne rendono conto o le sottovalutano. Si tratta di situazioni che, se non vengono affrontate in maniera adeguata, possono in alcuni casi dare origine a disagi psicologici, difficoltà di adattamento da parte dei fratelli, fino a sviluppare anche disturbi d’ansia e depressione.

Questo percorso che si svolge insieme tra fratelli ha una doppia valenza terapeutica ed educativa.

Da una parte permette di lavorare su alcuni obiettivi specifici propri della persona disabile e dall’altra permette di scoprire e sviluppare le infinite abilità e potenzialità del legame relazionale tra i fratelli che si sentiranno in questo momento uguali e coinvolti in una stessa attività, svolta insieme in uno spazio protetto e non giudicante.

Per i sibling diventa uno spazio di confronto e apertura, dove poter parlare e far emergere anche le proprie difficoltà e le proprie emozioni, creando così una propria identità e capacità relazionale specifica.

In parallelo all’attività di IAA, è possibile partecipare ad un gruppo di parent training rivolto ai genitori per meglio comprendere e confrontarsi su tematiche educative riguardanti la disabilità oppure richiedere degli incontri di consulenza genitoriale individuali per la gestione della relazione con i propri figli e la gestione della relazione tra fratelli.

Perché gli IAA

Gli Interventi Assistiti con gli Animali (IAA), genericamente indicati con il termine di “Pet Therapy”, comprendono una vasta gamma di progetti e attività finalizzati a migliorare la salute e il benessere delle persone con l’ausilio di “Pet”, ovvero di animali da compagnia specificatamente formati attraverso percorsi di formazione specifici.

I progetti di IAA sono normati dal Ministero della Salute e dalle Regioni e si basano sulle Linee Guida Nazionali per gli IAA del 2015. Vengono svolti da un’équipe multidisciplinare formata da: un referente di progetto, un referente veterinario, i coadiutori dell’animale.

L’empatia che si instaura tra le persone coinvolte nei progetti, i Pet e il loro coadiutori permette in modo naturale e spontaneo di ottenere importanti risultati sotto il profilo psichico-emozionale e fisico.

Le attività con gli animali hanno trovato applicazioni in numerosi contesti non strettamente terapeutici, ma anche educativi, ludico ricreativi, di utilità sociale, di promozione della salute. Per questo motivo è più corretto parlare di Interventi Assistiti con gli Animali IAA e non di Pet Therapy in senso di cura.

Le attività di IAA prendono come principio fondamentale l’interspecificità, caratteristica che permette l’apertura e la relazione triangolare tra utente-pet-coadiutore che avviene in modo naturale e spontaneo. Dalla relazione tra utente e pet nascono una serie di obiettivi di lavoro e di intervento che, grazie al forte senso di motivazione e autostima derivante dalla relazione permettono di ottenere risultati importanti per la persona, lavorando così sui suoi bisogni e sulle sue caratteristiche specifiche.

L’approccio al progetto attiene ad una visione zoo antropologica del rapporto uomo-animale, inteso come scambio reciproco in un processo di incontro-confronto tra le parti etero specifiche sotto il profilo emotivo, motivazionale, relazionale. L’animale è quindi coinvolto e non utilizzato, considerato come soggetto non antropomorfizzato, diventa un referente della relazione capace di promuovere un processo di cambiamento nella persona.

Questo tipo di progetto viene svolto con i cani. I cani sono gli animali più comunemente coinvolti per molteplici ragioni. Innanzi tutto sono animali molto socievoli, in grado di dare all’uomo un amore incondizionato, a dispetto dell’apparenza, dell’età, della salute e dello stato sociale. I cani non giudicano, possono essere accarezzati, toccati, sono in grado di infondere calma e sicurezza.

I nostri amici a quattro zampe si prestano volentieri ad essere accarezzati ed il toccare, oltre ad essere il sistema primario di comunicazione (il tatto è il primo senso che si sviluppa nell’uomo), costituisce un vero e proprio bisogno fisico e psichico, che può portare ad una riduzione di ansia e di stress.

OBIETTIVI GENERALI

Conoscenza del proprio fratello/sorella con disabilità: punti di forza e punti di debolezza

Conoscersi e riconoscersi come siblings

Incrementare la relazione tra fratelli

Facilitare l’apprendimento e la crescita, in particolare riguardo al tema disabilità

Riconoscere i propri bisogni e le proprie emozioni

Sviluppare un’identità specifica

Riconoscimento dei bisogni dei fratelli

Favorire l’attivarsi di processi di decentramento emotivo e di partecipazione affettiva

Sviluppare un senso empatico

Condivisione di un’attività specifica tra fratelli in un ambiente ludico e mediato

Aumentare il senso di autostima e autoefficacia

Instaurare tra il cane e le persone coinvolte un rapporto di protezione reciproca, un legame di cura

Favorire le interazioni attraverso attività ludiche aventi il cane come catalizzatore dell’attenzione e dell’interazione

Sviluppare il senso di condivisione dell’esperienza con i famigliari

Condividere con un gruppo di altri siblings la propria esperienza lavorando sul senso di appartenenza

Condividere con un gruppo genitori la propria esperienza lavorando sul senso di appartenenza e senso di resilienza.

COME SI SVOLGE

Il progetto si articola in 10 incontri con il pet e 5 incontri consigliati per i genitori. I cicli sono rinnovabili rivalutando il progetto di intervento e gli obiettivi iniziali.

Ogni incontro ha la durata di 1 ora con la presenza di uno/due operatori insieme al proprio pet.

L’incontro è diviso in due momenti: l’attività definita referenziale e l’attività con il pet.

Durante l’attività referenziale si prende l’animale come soggetto dell’attenzione senza effettivamente coinvolgerlo fisicamente. In questo momento dell’incontro si svolgono attività e giochi specifici, si può osservare un video, imparare una canzone, creare un cartellone, svolgere attività di dialogo, ascoltare una storia, conoscere la storia del pet, svolgere attività ludiche e cognitive, svolgere attività legate alla sfera comportamentale, sociale e motoria …

La seconda parte dell’attività è quella di interazione cioè il vero e proprio incontro e la relazione con l’animale. In quest’ultimo ambito le attività che possono essere messe in atto sono le seguenti:

  • l’approccio (modalità di relazionarsi col pet)
  • contatto (relazione tattile)
  • relazione epimeletica (grooming, accudimento, affettivo)
  • interazione mimetica (imparare a muoversi in concerto con l’animale)
  • il gioco o il dialogo (comunicazione paralinguistica, autocontrollo)
  • la cura (accudimento, miglioramento dell’autostima, affettività, etc.)
  • la centripetazione (diventare fulcro d’interesse per il pet)
  • richiedere performances al pet, dare comandi, etc.
  • collaborazione col pet in qualche attività (cognitiva, motoria, ludica, etc.)
  • giochi motori con il pet

A CHI E’ RIVOLTO:

Il progetto è rivolto ai siblings e ai loro fratelli a partire dai 5 anni e alle loro famiglie.

L’EQUIPE

Il centro Il Girasole dispone di un’équipe interna che rispecchia i requisiti richiesti dalla Regione Lombardia e dal Ministero della Salute in materia di IAA.

Questa è composta da

1 Referente di progetto

1 Referente veterinario

Coadiutori dell’animale

Tutti i componenti sono iscritti all’albo Digital Pets del Ministero della Salute.

Tutti gli animali coinvolti sono idonei all’attività indicata secondo valutazione clinica-comportamentale veterinaria.

Il progetto è conforme alle indicazioni date dalle Linee Guida Nazionali per gli IAA del 25/03/2015

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